top of page

Molti registi pur non essendo nati nel Polesine, hanno scelto come ambientazione per i loro film e documentari la nostra terra, e l’hanno fatta conoscere al grande pubblico.

​

Se per Michelangelo Antonioni o Florestano Vancini in quanto ferraresi, lo si può comprendere, meno lo si capisce per registi come il genovese Giuliano Montaldo oppure il milanese Luchino Visconti, che con “Ossessione” ha dato origine al genere neorealista che tutto il mondo ci invidia. Anche Roberto Rossellini, romano, in una delle pagine più alte del cinema italiano, (il 6° episodio di Paisà) sceglie il Delta del Po ed è  in un certo senso lo sbocco di una tensione latente, quasi un’esigenza, quella di recuperare al cinema un paesaggio non decorativo.

 

I materiali iconografici, dei film girati nel Polesine e nella Bassa ferrarese, mostrano quanto queste terre divise politicamente fra due regioni siano in realtà una sola terra e che il grande fiume Po in verità sia unificatore di un bacino permeato dalla stessa cultura e dalle stesse attività umane.

 

Si può dire che il cinema abbia rivelato questa identità tanto che spesso, se non si conoscono esattamente le location dei film risulta estremamente difficile stabilire se le scene effettuate in esterno, siano state girate effettuate nella provincia di Ferrara o quella di Rovigo e  addirittura in film come il Grido di Antonioni è girato nel ferrarese ciò che si doveva girare in Polesine in quel momento allagato dall’alluvione del 1957.

Il cinema ha preso atto di un’identità visiva ed ha creato al contempo una sinergia tra la parte sinistra e la parte destra del Po in fase di realizzazione dei vari soggetti girati.

CINEMA! STORIE,PROTAGONISTI,PAESAGGI

ROVIGO – Il Polesine, terra del Grande Fiume, ma anche di grande cinema.

Proprio alle storie, ai protagonisti e ai paesaggi del Cinema che sono state girate nel Delta del Po è  dedicata la mostra che si svolge a Palazzo Roverella  dal 24 marzo, al 1° luglio 2018, curata da Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, e sostenuta da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Comune di Rovigo e Accademia dei Concordi.

Una parte considerevole del materiale esposto proviene dall’Archivio L’Immagine in movimento di Adria

https://www.rovigoindiretta.it/2018/03/delta-riflettori-uno-unico-inaugurata-la-grande-mostra/

MATERIALI DEL TERRITORIO

Il film è al centro della riflessione storico-teorica ed è, a ragion veduta, considerato la fonte principale per gli studiosi di cinema.

Ma le storie del cinema sono tante, quante le fonti utilizzabili dallo storico: oltre alle pellicole esiste una miriade di materiali utili alla storiografia cinematografica”.

 

I materiali relativi al cinema e nello specifico,  gli affissi sono considerati ‘materiali effimeri’, ma emerge sempre più che da “documenti transitori, che non sono pensati per sopravvivere alla circostanzialità del loro messaggio e dell’evento al quale si riferiscono”, siano diventati elementi fondamentali per ricostruire la storia del cinema.

 

Il progetto si è soffermato solo una parte di questi tantissimi materiali, su quelle che sono le fonti cartacee, locandine, fotobuste;  i materiali grafici per la promozione e la pubblicità dei film, nati durante il processo produttivo del film, che lo illustrano, lo accompagnano e che rientrano nell’iconografia del cinema.

 

​

bottom of page